La storia di questo cavallo è davvero singolare, ma anche simile a quella di tanti cavalli famosi, infatti la prima volta che Alessandro Mingoli vide Monaco lo notò immediatamente. Era ,secondo lui, quello che si potrebbe chiamare un soggetto davvero speciale. “Fuori c’era molta neve-ci racconta -e faceva molto freddo , ma in quel maneggio coperto, non so perché faceva ancora più freddo , vidi Monaco trottare e galoppare e ne fui subito stregato. Movimenti molto elastici pieni di energia uno sguardo fiero che sembrava sfidare chiunque lo stesse fissando come me in quel momento…… Lui sembrava sapere già qual’era il suo futuro di vincitore internazionale. Aveva solo 3 anni ed era stato “scartato” alle selezioni per gli stalloni, ma per me era meraviglioso !! Lo consigliai a Maurizio Cinti Piredda il quale non esitò ad acquistarlo “sulla fiducia” . Una volta in Italia Monaco non ebbe vita facile a causa del suo carattere nevrile un pò particolare . Maurizio però credeva molto in quel cavallo e seguì personalmente i passi formativi del giovane holsteiner che secondo alcuni eminenti personaggi equestri non valeva la pena perderci del tempo.
Fu così che Monaco fu affidato a 7 anni alle cure del cavaliere romano Bryan Mascenti e con lui trovò subito l’intesa inanellando tutta una serie di percorsi netti anche in gare da 1,50 cm. Capitò a Roma in settembre in occasione del Global Champions Tour Axel Verlooy con il suo cavaliere Harrie Smolders